E’ un vero e proprio genocidio quello che si sta consumando in questi giorni nella Striscia di Gaza, dove morte, distruzione e devastazione sembrano all’ordine del giorno. Dove il terrore non risparmia uomo, donna o bambino.
Il numero di morti salito a 15 continua ad aumentare e la situazione nella Striscia non fa presagire nulla di buono.
I raid israeliani hanno cercato di attaccare anche le centrali elettriche, affinché il black-out renda impossibile la vita dei palestinesi tenuti sotto attacco. La popolazione civile vittima della politica sionista versa in condizioni critiche ormai da qualche mese, vista l’efferatezza con cui Israele sta portando avanti un celato progetto di “eliminazione”.
L’uccisione del capo militare di Hamas, Ahmad al Jabari, ucciso mentre si trovava nella sua auto da un razzo israeliano, ha alzato il livello di tensione e il gruppo estremista e ala militare che difende l’autodeterminazione del popolo palestinese ha risposto e causato la morte di 3 persone.
La comunità internazionale sembra non interessarsi adeguatamente alla questione isreaelo-palestinese e a denunciare la critica situazione della Striscia ci pensa il presidente egizioano Morsi, che afferma: “l’ Egitto è accanto al popolo palestinese per mettere fine all’aggressione israeliana su Gaza. L’aggressione israeliana nella Striscia è inaccettabile e porta solo instabilità nella regione”.
Gli attivisti umanitari che quotidianamente vivono la realtà palestinese, e non solo, sulla Striscia di Gaza hanno lanciato un appello per non lasciare sola la Striscia e per diffondere aggiornamenti circa la situazione: “Siamo un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e promuovere i diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere noi stessi testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti personali in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e dalle ONG internazionali presenti a Gaza”.
Fonti: Giornale Il Referendum